venerdì 6 dicembre 2013

Paladini cittadini? No, solamente bandiere che si piegano su come tira il vento.

Quando ti crei l'immagine di pseudo eroe cittadino con un buon seguito sui social network, dovresti informarti prima di condividere cazzate.

Mi sembra così banale ma molto spesso è dimenticata: prendi una notizia, ti informi su di essa utilizzando più fonti e magari completamente opposte fra di loro, fai un bilancio e, come per magia, generalmente si trova l'autenticità di una determinata news.


Quando si ha un discreto seguito con persone che commentano, condividono o cliccano "mi piace" perchè ti reputano una fonte attendibile, il passaggio sopra descritto dovrebbe essere la normale routine.

Io però, valuto questa cosa, come una volontà di informare correttamente... ma se invece lo scopo fosse solamente ricevere consensi dal malessere o come va tanto di moda dal mal di pancia? Pessimo.

Abbiamo già avuto esempi eclatanti nella storia che hanno agito secondo questa volontà e sappiamo benissimo com'è andata a finire ma, nonostante tutto, continuano ad esserci soggetti che alimentano la rabbia delle persone con proposte molto spesso ridicole sotto i più svariati aspetti: economici, sociali, legislativi, etici... ma ci meritiamo tutto questo?


Da una parte abbiamo una classe dirigente e politica che ha devastato l'Italia per incompetenza e, forse soprattutto, per curare i propri interessi, mentre dalla parte opposta abbiamo coloro che sbraitano con concretamente fanno ben poco.


E' una brutta situazione.


Ma tu, star dei social network, che hai sicuramente la tua ideologia e i tuoi trascorsi che giustamente non nascondi (lodevole di questi tempi), se ti vedessi da esterno, noteresti come, in ogni tuo post cambi parere a seconda di cosa pubblichi.

C'è da dire che rimanere a vita legati alle stesse idee e opinioni è assurdo e credo impossibile ma cambiare le idee così frequentemente mi da tanto l'idea di colpire a caso, sperando di beccare il bersaglio o peggio ancora, di piegarti a seconda di come tira il vento.
Hai una buona personalità, mettici qualcosa di tuo, creato da te e non copiare quello che fa audience, avrei ancora più seguito e per lo meno sarebbe autentico.

giovedì 11 luglio 2013

Riassunto delle puntate precedenti

Sono passati giorni, settimane e mesi dall'ultimo post. 100 frustate per me.
Dal canto mio, il tempo è volato e non sono mai stato fermo un attimo: meglio così.

La metto al primo posto perchè ci tenevo: abbiamo vinto il torneo.
Abbiamo lottato, abbiamo sudato, ci siamo arrabbiati al punto di trasformare la nostra rabbia in voglia di vincere.
Ho giocato con dita rotte e portato a casa una coppa che è un enorme piacere.
Un piacere ancora più grande quando i dirigenti dell'altra finalista erano tutti pappa-ciccia con l'organizzazione. In termini molto semplici: ho goduto e godo ancora.

Il lavoro va molto bene: si sta ingranando per bene il tutto e soprattutto stiamo andando avanti con contratti e forniture mica da ridere. Al top.

L'amour c'è e va splendidamente... immaginatevi milioni di cuoricini così fa più scena e fra pochi giorni si parte per Londra.

Luglio con il bene che ti voglio sembra di stare in Ottobre. 
Ma va bene così.

martedì 30 aprile 2013

Cronache di un Export Manager - Episodio 001

Oggi la giornata è partita benissimo.
Obiettivo mensile raggiunto e ampiamente superato.
Il capo per festeggiare ha deciso di non farci fare il ponte del 1° Maggio.

Un solo ordine nel mondo: FATTURARE FATTURARE FATTURARE



giovedì 25 aprile 2013

La cassa integrazione è dannosa

Si. La cassa integrazione è dannosa.
Dannosa per il sistema economico, dannosa per i lavoratori e dannosa per lo Stato.

Quando un'azienda è in crisi, lo Stato può scegliere se intervenire o meno.
Se decidesse di intervenire, farlo tramite la cassa integrazione, rimanda il problema allungando l'agonia dell'azienda stessa, più che altro bisognerebbe verificare, prima di attuarla se l'azienda è salvabile e quindi stilare un piano aziendale reale e concreto e aiutare su questo.

Quante aziende sfruttano la cassa integrazione esclusivamente per togliersi gli oneri quando avvengono alla luce del sole cazzate a livello gestionale a dire poco imbarazzanti? 

domenica 21 aprile 2013

Invasioni digitali a Ravenna

Le #invasionidigitali sono eventi organizzati in tutta Italia con l'obiettivo di valorizzare il nostro patrimonio artistico-culturale tramite la documentazione e la condivisione del materiale su Internet e sui Social Network.

Ieri a Ravenna si è svolta l'invasione al museo TAMO: Tutta l'Avventura del MOsaico

Ecco alcune mie foto:







giovedì 18 aprile 2013

I centri per l'impiego funzionano? Mah.


Stiamo vivendo in un periodo in cui trovare lavoro è quasi una mission impossible: la crisi sta distruggendo il tessuto delle PMI (piccole-medie imprese) che sono il cuore pulsante dell'economia italiana, il Governo latita e l'ultima riforma in ambito lavorativo, la riforma Fornero, si è rivelata un flop clamoroso e non ci voleva un genio per capirlo.
Prendendo spunto da questo articolo de Linkiesta, mi sono ritornati in mente, come incubi, i periodi in cui ho dovuto servirmi del centro per l'impiego di Ravenna.

Il centro per l'impiego di Ravenna è un ecosistema, in una zona particolare: di giorno ci sono turisti essendo vicino al mausoleo di Teodorico mentre alla sera ci sono le puttane ma quello che realmente colpisce chi, purtroppo deve utilizzarlo, è l'ambiente interno. Essendo un "amante" della comunicazione innanzitutto cambierei l'insegna, togliamo la bruttissima "Centro per l'impiego, Comune di Ravenna" con una più veritiera e più appariscente" Lasciate ogni speranza voi che entrate".


Entrando, si possono subito notare i particolari che ci accompagneranno nella nostra esperienza presso il centro per l'impiego:le persone e l'ambiente.

Le persone.
Mi stupisco ancora oggi che non ho attraversato nessun check-in e non mi hanno chiesto nessuna carta d'imbarco; guardandomi attorno mi sento straniero nella mia patria tant'è che avvicinandomi al desk informativo mi viene da parlare in inglese.
Amo la multietnicità ma qui non è presente quella che sarebbe la mia visione ottimale di essa ma un'accozzaglia che può essere paragonata, per assurdo, all'organizzazione dei campi di concentramento nazisti.
In attesa che un operatore chiami un numero, tutto rigorosamente manuale senza il queue time display (cosa a mio avviso da implementare per migliorare il servizio), bisogna trovare il proprio spazio, sapendo che mediamente si attenderanno un paio di ore.
Tenendo conto che ci sono tavoloni e qualche sedia, bisogna scegliere attentamente dove indirizzarsi.
C'è il gruppo Africa, il gruppo Est Europa, quello Asia e in un angolino il gruppo Italia.
Oltre ai tratti somatici che sono la prima cosa che si nota in una persona, subito dopo c'è il suo modo di passare il tempo, c'è chi si fa la pedicure, chi sbraita al telefono in linguaggi ai più incomprensibili, chi litiga con un connazionale, chi fa un pic-nic, chi si guarda attorno intimorito e stupefatto per ciò che gli sta accadendo attorno.

L'ambiente.
Immaginatevi uno stanzone, qualche tavolone, qualche sedia e aggiungeteci un bel gruppo di persone di ogni nazionalità ma l'importante è che non vi dimentichiate di tenere ben chiuse le finestre per evitare di cambiare l'aria.
Per assurdo avete presente quando andate in questura per fare/rinnovare il passaporto?
Qui a Ravenna, l'ufficio passaporti è confinante con l'ufficio immigrazione da dove provengono odori che, senza offesa, reputo nauseanti. Bene. Quello stesso crogiuolo di odori è lo stesso che c'è al centro per l'impiego.
Non si può fare di tutta l'erba un fascio, ma perdincibaccolina, a volte bisogna ammettere che alcune persone sono più propense nel non lavarsi e quindi a puzzare, sia che siano italiane o di altre nazionalità.


Avete passato qualche oretta in un ambiente "infernale" e ora viene chiamato il vostro numerino.
Nella lunga attesa avete scaricato la batteria del cellulare, avete letto svariati libri e sfogliato qualche opuscolo, in poche parole non vedete l'ora di raggiungere l'obiettivo.
Venite accolti in una stanza dove ci sono due operatori e affianco a voi un altra persona (alla faccia della privacy) e dovete compilare una registrazione che potrebbe benissimo essere fatta dalla propria casa in autonomia.
Dopo avere compilato il proprio profilo, bisogna ritornare alla sala di attesa dove un'altra operatrice compilerà una seconda parte del profilo e vi dirà qualcosa di simile: "che lavoro vuoi fare? che cosa hai fatto nelle tue esperienze precedenti?".

Dopo svariate ore passate vi rendete conto che tutto l'iter burocratico del centro per l'impiego comporta la compilazione di un form e un paio di domande per un totale di 10 minuti totali.
Capisco le persone che non sono in grado di farlo da soli ma, implementare il tutto online, comodamente da casa propria e successivamente fissare un colloquio, è così una cattiva idea?
Alla fine basterebbe una persona che controllasse i dati inseriti in sede di colloquio.

Sono basito da tutto questo, efficienza? No.

martedì 16 aprile 2013

Imprenditori che si lamentano della crisi... ma un esamino di coscienza no?


Finalmente arriva il bel tempo! Non vedevo l'ora!

Le giornate si allungano e inizia a fare buio ormai alle 9 di sera e iniziano le "invasioni" di turisti nella mia amata città: non vedevo il centro così pieno di forestieri da tantissimo tempo.
C'è il turista vintage con la cartina cartacea che gira a destra e sinistra per le vie del centro e c'è quello tecnologico con smartphone o iPad in mano che consulta siti di info su Ravenna sul dove andare a mangiare, cosa visitare, come arrivare in un punto... ognuno ha la sua tattica, l'importante è che abbiano una piacevole giornata.

Ho notato, purtroppo, di come Ravenna, patrimonio dell'Unesco, unica al mondo per i suoi mosaici e per le diverse chiese e monumenti, sia completamente allo sbando per quanto riguarda la comuncazione... già chi volesse raggiungerla deve affrontare viaggi assurdi in treno (sigh) e strade non proprio perfette ma lo spettacolo successivo saprà compensare sicuramente questi piccoli disagi.

Una cosa che però non tollero è la maleducazione e l'incapacità di alcuni "imprenditori".
Con giornate lunghe, con tantissime persone a spasso che fanno shopping e di questi tempi è raro, non capisco come si faccia a chiudere alle 19 precise e peggio ancora trattare in malo modo i clienti.

Piccolo aneddoto: mi trovo con la necessità di fare una ricarica della 3 e mi dirigo verso il negozio in via IV Novembre, provo ad entrare vedendo gente all'interno ma trovo la porta chiusa, arriva il commesso che mi informa che sono chiusi (essendo le 19), guardo l'orologio e vedo che manco sono le 18.50 mah.
Capisco quando entrano clienti all'orario di chiusura e molto spesso fanno più caos che acquisti ma allo stesso tempo non riesco a tollerare un simile atteggiamento.
Anzichè fare una ricarica, potevo comprare un telefono e in ogni caso avevi il 50% di possibilità che io comprassi qualcosa: beh ora sono sicuro che il 3 store di via IV Novembre a Ravenna non mi vedrà più.

Visto la porta presa in faccia, decido quindi di andare verso la tabaccheria vicina che mi accoglie con un "che vuoi?" e con un atteggiamento davvero maleducato mentre nel negozio un'altra signora fumava tranquillamente.

Capisco che una persona possa essere stanca verso la fine della settimana ma questo non può giustificare un comportamento del genere e soprattutto andare a lamentarsi che poi il lavoro cala, in alcuni casi giustamente.

C'è crisi con la conseguenza che si vende di meno ma molto spesso sono gli stessi negozianti a darsi la zappa sui piedi.
Quant'è bello entrare in un negozio ed essere accolti da un commesso o meglio ancora una bella commessa che, con un bel sorriso ci saluta e ci informa che se abbiamo bisogno è a nostra disposizione?
Io in quei negozi sono più spinto nel comprare anzichè quelli in stile Intimissimi o Foot Locker dove i poveri commessi/e sono obbligati a tampinare il cliente dal momento che varca l'uscio fino alla sua uscita.